Xin chào, Vietnam



Giorno 8

La sveglia suona alle 8. Dovremmo andare assieme a Minh e alla sua famiglia a fare il giro dei parenti per celebrare il nuovo anno cinese. Leah non si sente in forma, e dopo aver scambiato due messaggi Minh ci dice che possiamo rimanere in casa senza problema. Ci rimettiamo a letto.
Alle 9:30 bussano alla porta di camera nostra. Leah sta ancora dormendo, io apro e Minh è sulla soglia che ci offre delle bottigliette di soluzione isotonica per tenere Leah idratata. Un bambino, nipote di Minh, entra nella camera per prendere alcuni vestiti e torna fuori. La casa è molto rumorosa, si stanno tutti preparando per uscire, decidiamo di alzarci anche noi. Andiamo al piano terra a fare colazione assieme a Minh e David. C’è del riso sticky che ha preparato la mamma, e ne mangio una porzione. Il sapore non è male, ma si rivela un mattone che non so quando riuscirò a digerire. David intanto ci dice che ha visto un bell’appezzamento di terra che vuole comprare. È appena fuori Seattle e costa qualche decina di migliaia di dollari. Mi sembra un buon affare, e inizio a fantasticare su come sarebbe comprare un pezzo di terra per costruirci sopra una casa. Ho sempre voluto una casa con la porta sul retro direttamente sulla spiaggia.
Arriva il momento di andare a pranzo dai parenti, David e Minh ci salutano ed escono. Leah decide di riposare un altro po’, e io mi metto a sistemare gli appunti di viaggio. Ne ho presi abbastanza, credo che mi ricorderò bene queste due settimane in Vietnam, forse potrò scriverne e far leggere di questo viaggio.
Verso le due di pomeriggio Leah si sveglia con un po’ di fame, e scendiamo al piano terra per cercare di pranzare. Siamo soli in casa, e Minh ci ha avvertito che non torneranno prima di pomeriggio inoltrato. Troviamo del brodo da scaldare e degli spaghetti di riso già cotti, solo da mettere nel brodo per qualche minuto. Leah ne prepara due ciotole e pranziamo. Adesso potrà anche dire di aver cucinato in Vietnam.
Io ho voglia di caffè, e dopo una breve ricerca trovo il necessario per prepararlo. Per sicurezza controlliamo un video su internet e mi dedico al mio primo caffè vietnamita.
Nonostante non sia troppo sicuro di quello che sto facendo, esce un caffè buono. Non buono come con la moka, ma al livello di quello che ho bevuto in questi giorni al bar. Mi sento fiero di questo risultato.
Torniamo nella nostra camera, e Leah fa un altro riposino. Si sente meglio, e credo che per questa sera sarà tornata in forma. Io rimango sveglio a leggere, il libro di Zafon mi ha preso. Continuo a leggere fino a che non lo finisco senza neanche accorgermene. Un finale aperto, un po’ me l’aspettavo dato che è il terzo di una quadrilogia, ma per fortuna ho già il quarto scaricato sul mio kindle. Prendo una pausa dal leggere e continuo a sistemare i miei appunti. Si fa presto sera, e gli altri non sono ancora tornati. Leah si sveglia e decidiamo di fare una cena a base di brodo e spaghetti di riso.
Minh e David rientrano poco dopo, e ci raccontano di aver passato una bella giornata tra parenti a mangiare e bere. È ancora abbastanza presto, Minh vuole far vedere a David la strada con tutti i bar in centro che noi abbiamo visto la prima sera. Leah si sente meglio, prendiamo un taxi tutti e quattro.
Arriviamo nella via affollata del centro e facciamo un giro in modo che anche David possa apprezzare la vita notturna della capitale vietnamita. La strada non è molto affollata, molte persone sono probabilmente ancora con le loro famiglie per il nuovo anno. Cerchiamo di andare nel bar dove siamo stati la prima sera, ma è chiuso per ferie, come gran parte della città. Lasciamo scegliere a David in che bar andare, e senza sorpresa sceglie il più rumoroso di tutti. Saliamo sul terrazzo e ci mettiamo ad un tavolo che dà sulla strada. Solo altri due tavoli hanno clienti. Ordiniamo qualcosa da bere e osserviamo le persone camminare nella strada e lasciarsi attirare nei bar dai buttadentro. Non abbiamo molto da dirci, e il volume della musica alto non aiuta. Minh in questi giorni è stato molto al telefono e poco partecipe alle conversazioni, Leah ha ancora un po’ di fastidio allo stomaco e io sono abbastanza stanco. Credo anche David abbia voglia di tornare a casa.

Finito il drink prendiamo un taxi per tornare indietro, domani andremo nella casa in campagna della famiglia di Minh e ci aspetta un’altra alzataccia alle 6:30.




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